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• L'Occhio
Per facilitare la comprensione del nostro organo della vista, possiamo paragonarne il funzionamento a quello di una macchina fotografica. La struttura di sostegno è assicurata dalla sclera (il “bianco” dell’occhio), tessuto compatto e robusto che fa da guscio di protezione. Le componenti trasparenti, vere e proprie lenti naturali incaricate della messa a fuoco, sono due: la cornea (che fa da obbiettivo) e il cristallino (che focalizza l’immagine); tra le due agisce l’iride, l’anello muscolare che stabilisce il colore dell’occhio e che delimita un foro rotondo centrale (la pupilla) che, come il diaframma della macchina fotografica, si stringe e si allarga in modo automatico, regolando la quantità di luce che entra dentro l’occhio. L’accomodazione è un meccanismo di messa a fuoco automatico che, nel soggetto giovane (sotto i 45 anni), agisce modificando istantaneamente la forma del cristallino in base alla distanza dell’oggetto che si sta osservando consentendo così una corretta focalizzazione degli oggetti.
CONGIUNTIVA:
la congiuntiva è la mucosa trasparente che ricopre la superficie interna delle palpebre e si riflette sulla superficie anteriore del globo oculare.
Il suo nome deriva dal fatto che tale mucosa congiunge anatomicamente le palpebre con il globo oculare. Da questa giunzione vengono a crearsi tre fornici ed una plica che consentono alle palpebre ed al globo oculare un'ampia possibilità di movimento indipendentemente l'uno dall'altro.
Anteriormente il sacco congiuntivale è aperto all'esterno e tale apertura corrisponde alla fessura interpalpebrale.
La congiuntiva presenta immunoglobuline e tessuto linfoide, per cui è in grado di esercitare capacità difensive nei confronti degli agenti esterni grazie all'attivazione della risposta immunitaria.
Inoltre esercita una funzione protettiva nei confronti del bulbo oculare in quanto contribuisce alla formazione del film lacrimale.
CORNEA:
la cornea è la membrana trasparente che costituisce la porzione anteriore dell'occhio; posteriormente si continua con la sclera. A causa del suo raggio di curvatura nettamente inferiore a quello della sclera essa sporge in avanti rispetto a quest'ultima.
La cornea rappresenta la struttura con il maggior potere refrattivo del sistema visivo, avendo un potere diottrico pari all'incirca a 43 diottrie, e contribuisce, insieme al cristallino, a far convergere i raggi luminosi sul piano retinico, consentendo così la corretta messa a fuoco delle immagini.
Le caratteristiche principali della cornea sono rappresentate da trasparenza, specularità, avascolarità. In condizioni normali la cornea possiede un contenuto in acqua pari al 75~8O%.
Minime variazioni di tale percentuale possono condurre ad una sua imbibizione (edema) con conseguente perdita della trasparenza. Il sintomo dominante dell'edema corneale è rappresentato dalla diminuzione visiva, ed è spesso associato a dolore e fastidio oculare dovuti all'irritazione delle fibre nervose sensitive.
IRIDE:
l'iride costituisce un diaframma, di circa 12 mm di diametro e 0,5 mm di spessore, che separa la camera anteriore dell'occhio da quella posteriore. Presenta nella zona centrale, lievemente spostato nasalmente, un forame circolare: la pupilla, il cui diametro varia a seconda dello stato di contrazione o rilasciamento dei muscoli costrittore e dilatatore pupillari.
In condizioni di riposo il diametro pupillare medio è di 3 mm.
Il colore dell'iride, determinato geneticamente, è responsabile di uno dei caratteri fisionomici più importanti: il colore degli occhi.
Dipende dal grado di densità dello stroma irideo, di colore grigio neutro, e dalla quantità del pigmento irideo; così il colore azzurro è dato da uno stroma lasso con scarsa o assente pigmentazione, il colore marrone da uno stroma denso con abbondante pigmentazione e il colore verde da uno stroma lasso con abbondante pigmentazione.
Sono ovviamente possibili numerose varianti intermedie.
L'iride svolge un ruolo ottico fondamentale modificando la grandezza pupillare e regolando quindi la quantità di luce ammessa all'interno del bulbo oculare; il pigmento irideo costituisce una barriera ai raggi luminosi limitando l'abbagliamento. Inoltre la contrazione pupillare consente di aumentare la profondità di campo e di limitare l'aberrazione sferica e cromatica.
CRISTALLINO:
il cristallino è una lente biconvessa, trasparente, posta tra l'iride ed il corpo vitreo e mantenuta in situ da un anello sospensorio anulare ancorato alla parete del bulbo oculare. La sua funzione fondamentale è di far convergere i raggi luminosi sul piano retinico e consentire quindi, grazie al suo potere diottrico di 14 diottrie e grazie al suo potere di accomodazione, una costante focalizzazione delle immagini sulla retina.
La patologia del cristallino si traduce nella maggior parte dei casi in una perdita della sua trasparenza e, di conseguenza, in una riduzione della funzione visiva (cataratta).
Le propietà del cristallino sono:
- La trasparenza dovuta al fatto che le fibre che lo compongono hanno una disposizione regolare e parallela e che sono a loro volta composte da molecole di proteine che hanno una sequenza regolare.
- La rifrazione che consente ai raggi luminosi di convergere ed essere focalizzati sul piano retinico.
- L'accomodazione, che è la capacità che ha il cristallino di modificare il suo potere diottrico in modo da consentire la messa a fuoco sul piano retinico di oggetti posti a differenti distanze.
CORPO VITREO:
il corpo vitreo è una formazione di consistenza gelatinosa, trasparente, incolore, sprovvista di vasi e nervi, perfettamente modellata sulle pareti che la circondano, che riempie la parte posteriore del bulbo oculare.
La trasparenza vitreale è data dal suo elevato contenuto di acqua (99%), dalla presenza di componenti solidi inferiori alla lunghezza d'onda della luce visibile e dalla sua capacità fisiologica di barriera al passaggio di sostanze all'interno della cavità; la sua alta percentuale di idratazione è dovuta alla disposizione delle molecole di acido ialuronico che assumendo una forma a gomitolo, riescono a legare acqua fino a più di cinquanta volte il loro peso.
Il vitreo, comunque, risente dello stato di idratazione corporeo.
Le caratteristiche anatomiche e fisico-chimiche del vitreo gli permettono di svolgere numerose funzioni. Esso è un mezzo di rifrazione, contribuisce al mantenimento della tensione oculare ed interviene nel metabolismo del cristallino e della retina.
Le sue proprietà viscoelastiche gli consentono di resistere ad improvvise deformazioni tale da renderlo funzionalmente simile ad un cuscinetto, preservando la retina ed il cristallino da eventuali traumi.
RETINA:
la retina è la tunica nervosa che tappezza la parete interna del bulbo oculare. Essa è deputata alla ricezione degli stimoli luminosi, alla loro trasformazione in segnali nervosi e quindi alla trasmissione degli stessi alle strutture cerebrali.
La retina viene suddivisa in una zona centrale e una zona periferica.
La prima (macula) è deputata alla visione distinta e alla visione dei colori in condizioni di illuminazione diurna (fotopica), la seconda è deputata alla visione notturna (scotopica).
I coni ed i bastoncelli sono gli elementi nervosi deputati alla trasformazione dello stimolo luminoso in un impulso elettrico. Si calcola che nella retina umana siano presenti circa 7 milioni di coni e 120 milioni di bastoncelli.
La concentrazione dei primi è massima nella zona centrale mentre i bastoncelli raggiungono la maggiore densità a circa 20° dalla zona centrale.
I bastoncelli sono specializzati nella visione a bassa luminanza e periferica.
I coni sono invece deputati alla visione centrale altamente discriminata e dei colori.
MACULA:
la macula è quella porzione centrale della retina del diametro di circa 5 mm, posta approssimativamente a 4 mm temporalmente e 0,8 mm inferiormente dal centro del disco ottico. Presenta nella zona centrale una depressione del diametro di 1,5 mm detta fovea.
Il nome completo è quello di macula lutea, e deriva dal riflesso di colore giallo vivo che si evidenzia all'esame oftalmoscopico; è dovuto all'elevata quantità di pigmento xantofillico presente in questa regione.
Sebbene tutta la retina sia coinvolta nell'acquisizione delle immagini, nella zona centrale vi è la massima densità di fotorecettori il che consente di percepire i dettagli più fini delle immagini.
NERVO OTTICO:
il nervo ottico è struttura nervosa che mette in collegamento la retina con la corteccia cerebrale visiva. È lungo circa 5 cm, ha un diametro che varia tra i 3 ed i 7 mm ed è costituito da circa 1 milione di fibre nervose.
Queste fibre, provenienti dalla retina, convergono tutte in una zona al polo posteriore del bulbo oculare e danno origine alla papilla ottica che corrisponde quindi alla porzione iniziale del nervo ottico.
La funzione del nervo ottico è rappresentata dalla corretta trasmissione dello stimolo luminoso raccolto dai fotorecettori retinici fino alle cellule ganglionari e da qui alla corteccia visiva cerebrale.
MUSCOLI EXTRAOCULARI:
i movimenti del bulbo oculare si effettuano mediante l'azione combinata di 6 muscoli.
Quattro muscoli retti: retto superiore, retto inferiore, retto esterno (o laterale) e retto interno (o mediale).
Due muscoli obliqui: obliquo superiore (o grande obliquo) ed obliquo inferiore (o piccolo obliquo).
I muscoli extraoculari, tranne l'obliquo inferiore, costituiscono un insieme anatomico, a forma di cono, il cui apice si inserisce sul fondo dell'orbita e la cui base è rappresentata dall'inserzione sclerale dei muscoli sul bulbo. Quando si esegue un movimento oculare, non è un solo muscolo che compie l'azione di muovere il bulbo in una particolare direzione, bensì sono tutti i muscoli ad essere direttamente coinvolti, in quanto mentre alcuni si contraggono altri si rilasciano.
Lo scopo finale di una corretta esecuzione dei movimenti oculari è quello di seguire le immagini e mantenerle sulla retina per consentirne la fusione a livello corticale ed ottenere un'immagine tridimensionale del mondo esterno. |